I push-up, o
piegamenti sulle braccia, è uno degli esercizi più conosciuti e più eseguiti
nel mondo del fitness, ma nonostante la sua popolarità è anche uno degli
esercizi maggiormente eseguito con tecniche scorrette. Nella versione più
comune dei push-up la posizione di partenza prevede una tenuta in quadrupedia,
proni, con i piedi a contatto e le braccia leggermente più larghe delle spalle
e alla loro altezza, il tronco è parallelo al suolo e le gambe distese.
L’interessamento muscolare di questo esercizio è estremamente esteso, in quanto
esercizi fondamentale, il suo interessamento si ripercuote su tutto il corpo,
la tensione degli arti inferiori, del core (addominali e lombari) sono
essenziali per la tenuta della posizione, l’isometria del trapezio e dorso
permetto di mantenere le braccia nella giusta posizione, per arrivare in fine
ai gruppi muscolare che lavorano maggiormente in questo tipo di esercizi, ossia
tricipiti, deltoidi, e gran pettorale. La percentuale di lavoro può esser
spostata sfruttando le varianti più opportune ai propri obbiettivi.
La posizione
delle gambe è molto rilevante, come ogni esercizio a corpo libero va analizzato
il tipo di leva che si usa, dunque gli appoggi delle gambe variano il carico
che gli arti superiori dovranno sopportare. Possiamo considerare 3 appoggi
differenti, con le ginocchia in appoggio, con le gambe tese e divaricate e con
le gambe tese con i piedi a contatto.
Durante la fase eccentrica si porta il petto al pavimento, RAGGIUNGENDO IL CONTATTO CON IL PAVIMENTO, QUESTA E’ CONSIDERABILE UNA RIPETIZIONE, senza abdurre od addurre esageratamente i gomiti, ma la posizione ideale si ottiene creando un angolo tra braccio e corpo di circa 45°, la tenuta del core non deve mai esser persa, ma va sempre mantenuto l’assetto originale, senza star culo all’aria e nemmeno col bacino a terra.
Durante la fase
concentrica vengono contratti i muscoli per tornare nella posizione di
partenza.
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